AI nel marketing: opportunità creative tra rischi legali e reputazione

L’ascesa dell’Intelligenza Artificiale generativa nel marketing è ormai un dato di fatto, con marketer e agenzie che testano strumenti sempre più avanzati per raggiungere livelli di personalizzazione prima impensabili. Le campagne che un tempo richiedevano settimane di lavoro creativo possono oggi essere rese agili grazie a software in grado di produrre pitch deck e bozze di asset grafici in un batter d’occhio.

Tuttavia, nonostante il fervore per questi strumenti, una barriera significativa frena l’adozione definitiva dell’AI specialmente nella realizzazione di immagini umane per l’advertising. Il nodo centrale rimane l’autenticità: la possibilità che i consumatori colgano una mancanza di spontaneità o scambino una creatività AI per pubblicità ingannevole rappresenta una minaccia concreta per la reputazione dei brand. Agenzie come Lupine Creative, per esempio, scelgono di non inserire figure umane generate da AI nei materiali finali delle campagne, preferendo salvaguardare la connessione reale con il pubblico rispetto a un’efficienza spinta.

I dubbi non si limitano però all’ambito creativo. Le cause legate al copyright e l’incertezza sulla proprietà delle opere prodotte da intelligenze artificiali gettano una lunga ombra su queste tecnologie: molti professionisti del settore preferiscono muoversi con cautela per non incorrere in rischi legali e danni d’immagine. In questo contesto, il futuro dell’AI nel marketing sembra segnato da un equilibrio delicato tra innovazione, prudenza e responsabilità.

Fonte: digiday.com

Add a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *