Prestiti INPDAP: Tassi 2023/2023, Tabelle, Calcolo Rata

Nel mercato del credito al consumo, esiste la possibilità per i dipendenti pubblici e pensionati della Pubblica Amministrazione di usufruire dei prestiti agevolati concessi dall’INPDAP.

Grazie al Decreto Salva Italia, l’Istituto Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei Dipendenti della Pubblica Amministrazione è stato inglobato dall’INPS. Infatti la domanda per l’erogazione di uno dei prestiti INPADP viene presentata all’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. Di conseguenza anche se permane la dicitura INPDAP, a tutti gli effetti tali prestiti sono erogati dall’INPS.

Soggetti ammessi ai prestiti INPDAP nel 2023 e 2023

Al fine di beneficiare dei prestiti agevolati INPDAP si deve essere inquadrati nel pubblico impiego oppure essere pensionati della Pubblica Amministrazione. Per i primi è prevista la possibilità di richiedere il prestito a chi ha siglato un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, determinato oppure altre tipologie ammesse dalla legge come il lavoro flessibile presso un’Amministrazione Statale oppure siano alle dipendenze delle Regioni, Provincie e Comuni. Oltre questo, è necessario essere iscritti alla Gestione Unitaria delle Prestazioni sociali e creditizie.

Nel caso dei dipendenti pubblici l’iscrizione è automatica nel momento della firma del contratto di lavoro subordinato, nel caso dei pensionati la richiesta deve essere presentata al momento del pensionamento.

Questo elemento è imprescindibile, poiché dallo stipendio e dalla pensione viene sottratta una piccola percentuale che confluisce appunto nel Fondo Credito, che serve per erogare i prestiti dell’INPDAP. Ricapitolando, coloro che sono ammessi a chiedere un prestito sono:

  1. lavoratori e pensionati della Pubblica Amministrazione;
  2. Iscritti alla Gestione Dipendenti Pubblici;
  3. Iscritti all’Assistenza Magistrale;
  4. Dipendenti del Gruppo Poste Italiane;

I tipi di credito al consumo erogati dall’INPDAP sono: piccoli prestiti, prestiti pluriennali diretti, prestiti pluriennali garantiti e prestiti ai pensionati con cessione del quinto.

Questi sono gli strumenti finanziari per il credito al consumo concessi dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, che richiedono per essere erogati le condizioni imprescindibile esaminate pocanzi e si differiscono per tipo di domanda, importo del prestito e la presenza di una garanzia sulla somma concessa.

Piccoli prestiti INPDAP

Questa tipologia di credito al consumo è particolarmente vantaggiosa sotto vari aspetti. Essa è concessa senza il bisogno di presentare una motivazione alla base dell’erogazione della somma di danaro.

Non serve esibire alcuna documentazione che attesti uno stato di necessità o bisogno, serve solamente riempire l’apposito modulo. Per i lavoratori si può presentare presso la propria amministrazione oppure seguendo la procedura online sul sito dell’INPS. Per i pensionati si presenta online oppure rivolgendosi al patronato.

L’importo erogabile è cosi previsto:

  1. Mensilità singola: si può chiedere nel minimo una mensilità e nel massimo quattro mensilità;
  2. Doppio della mensilità: si può chiedere nel minimo due mensilità e nel massimo otto mensilità.

L’ammortamento delle due modalità di erogazione è uguale: si può restituire il prestito in 12, 24, 34 o 48 rate. Ovviamente l’importo della rata mensile varia a seconda del tipo di piccolo prestito concesso, ma non può superare mai il quinto dello stipendio o della pensione.

Nel caso della doppia mensilità non devono essere presenti altri pesi, come eventuali prestiti precedenti. Se il dipendente pubblico è soggetto ad un contratto a tempo determinato può richiedere il prestito.

Nondimeno l’importo erogabile è commisurato al periodo rimanente di servizio, a garanzia della restituzione della somma concessa. Il TAN è del 4,25%, a cui si deve aggiungere lo 0,5% per le spese amministrative e costi di gestione, gli interessi di differimento al momento della presentazione della domanda ed il contributo al Fondo Rischi.

Prestiti pluriennali diretti e garantiti

Le differenze che intercorrono tra piccolo prestito e prestito pluriennale sono fondamentalmente due: l’importo erogabile, maggiore nel caso della seconda tipologia, è che per ottenere questo finanziamento serve fornire la documentazione prevista dalla normativa. Infatti è consesso il prestito pluriennale per necessità personali, familiari e dal 2011 anche per l’acquisto della prima casa a favore di un figlio maggiorenne che vuole creare il proprio nucleo familiare autonomi.

La documentazione deve essere presentata entro un anno dalla richiesta. Possono richiedere il prestito i lavoratori pubblici e pensionati della Pubblica Amministrazione iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali.

I lavoratori devono avare un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato da quattro anni ed altrettanto lasso di tempo deve essere trascorso per il versamento dei contributi al Fondo Credito. Nel caso dei dipendenti con contratto a tempo determinano non inferiore a tre anni, possono richiedere un prestito a patto di cedere il TFR a garanzia della restituzione della somma erogata.
L’ammortamento è previsto in 60 rate o 120 rate mensili. L’importo massimo è del quinto dello stipendio o della pensione, mentre il tasso di interesse è del 3,5%, a cui si aggiungono lo 0,5% di spese di gestione e amministrative ed un premio per il Fondo Rischi. La richiesta del prestito deve essere presentata esclusivamente per via telematica, collegandosi all’apposita area riservata del sito dell’INPS per la gestione dell’ex-INPDAP.

I prestiti pluriennali garantiti sono soggetti alla stessa regolamentazione dei prestiti pluriennali diretti, la differenza è che l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale garantisce l’erogazione della somma tramite il Fondo Credito.

Questo avviene per tutelare da eventi come la morte del debitore, il licenziamento per cessazione del servizio senza diritto al pensionamento oppure la riduzione dello stipendio.

Prestiti ai pensionati con cessione del quinto

L’INPS ha siglato appositi accordi con banche ed istituti di finanziamento al fine di concedere ai pensionati la possibilità di richiedere un prestito a condizioni vantaggiose. Per ottenere questo credito al consumo è previsto da parte del pensionato la comunicazione di cedibilità della pensione nel limite del quinto.

Da qui si determina l’importo della rata mensile, per cui la quota cedibile richiesta all’INPS deve essere trasmessa alla banca o istituto finanziario con cui siglare il contratto. Comunque nel caso della presenza di una convenzione, sarà direttamente la banca o istituto ad elaborare la richiesta tramite un collegamento telematico.

Secondo gli accordi siglati dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale e chi ha aderito, le condizioni a cui sono soggetti i prestiti sono molto vantaggiose, come il tasso di interesse e le spese amministrative e di gestione.

Riguardo il calcolo della rata mensile è da ricordare che questo non può superare la soglia del quinto dello stipendio, ma neanche risultare tale da scendere oltre la soglia di povertà stabilita dalla normativa vigente.

Tempi di erogazione del prestito

Nel caso dei piccoli prestiti i tempi variano da 45 giorni a due mesi, per i prestiti pluriennali diretti o garantit si parla di un minimo di 60 giorni ad un massimo di 90.
Questo lasso di tempo dipende dal numero di domande presentate, dalla graduatoria e dalla possibilità del Fondo Credito di soddisfare i finanziamenti. Nel caso in cui tale fondo non fosse sufficiente, l’INPS ha siglato accordi con azienda private per l’erogazione di prestiti a condizioni vantaggiose.

Per cui basta rivolgersi a banche o istituti finanziari convenzionati per potere accedere a questa linea di credito agevolata.

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