Model Context Protocol: perché i publisher devono prepararsi al futuro dell’IA
La crescente diffusione dell’intelligenza artificiale sta ridisegnando le regole della presenza online. Un termine sempre più discusso nel settore editoriale e tecnologico è il Model Context Protocol (MCP), protagonista delle conversazioni sul futuro dell’agente web: una realtà dove gli agenti AI prendono decisioni e agiscono per conto degli utenti.
Il core del MCP riguarda la strutturazione dei contenuti in modo che possano essere facilmente compresi e utilizzati dai modelli di intelligenza artificiale. Con l’arrivo di agenti sempre più “intelligenti”, la sfida per editori e publisher sarà rendere i propri siti e contenuti non solo accattivanti per le persone, ma anche pienamente interpretabili dalle AI. Ignorare questo aspetto può significare perdere visibilità, traffico e opportunità di monetizzazione sul web rivolto alle macchine.
Guardare avanti significa integrare i principi di MCP nelle strategie digitali già oggi, facendo evolvere la user experience verso una logica “AI-first”. Solo chi si adatterà a questi nuovi standard sarà realmente competitivo nell’ecosistema digitale dei prossimi anni, in cui alimentare le AI con dati strutturati e facilmente contestualizzabili sarà fondamentale per rimanere rilevanti.
Fonte: Digiday