Owned media: i canali sottovalutati che ogni marketer dovrebbe riscoprire

Nell’attuale scenario di mercato, contraddistinto da budget ridotti e pressanti richieste di risultati da parte dei CFO, la pressione sui dipartimenti marketing non è mai stata così alta. Investire in paid media è sempre più oneroso, la portata organica dei social si conferma volatile, mentre l’efficacia dell’attribuzione si fa sempre più sfuggente. In questo contesto, c’è una risorsa troppo spesso trascurata: i canali owned, ovvero gli spazi di comunicazione controllati direttamente dal brand.

I canali owned, come il sito web aziendale, le newsletter, le firme nelle email o le community proprietarie, sono strumenti che permettono ai marketer non solo di ridurre la dipendenza dai costosi paid media, ma anche di costruire relazioni dirette e durature con il proprio pubblico. A differenza dei canali “affittati” (social, advertising, influencer), quelli posseduti consentono un controllo integrale su messaggio, frequenza e dati. Questo li rende ideali per comunicare in modo coerente e incrementare la fidelizzazione, minimizzando gli sprechi e massimizzando il ROI in un’epoca di scarsa visibilità organica altrove.

Guardando al futuro, valorizzare questi canali diventa una strategia imprescindibile: strutturare journey di valore attraverso newsletter personalizzate, blog aziendali ben gestiti o anche semplici firme email su larga scala, può rivelarsi più efficace (e sostenibile) di molte campagne paid. Concentrarsi ora sulla crescita degli owned channels permetterà ai marketer di recuperare spazi di azione e relazione oggi troppo spesso intermediati da terzi. Il vero vantaggio competitivo, nel medio-lungo periodo, sarà la capacità di combinare dati proprietari, relazione diretta e messaggi coerenti, facendo dei canali owned il cuore pulsante della comunicazione di marca.

Fonte: Marketing Tech News

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