Perché gli inserzionisti stanno tornando ai canali media alimentati dalle news

Negli ultimi anni il concetto di brand safety ha subito una profonda evoluzione. Non si tratta più soltanto di evitare contenuti violenti, osceni o carichi d’odio: il confine tra ciò che è adatto o meno per un marchio si è spostato, soprattutto alla luce dei cambiamenti politici e culturali recenti. Il risultato? Gli inserzionisti sono tornati a rivolgersi ai canali di informazione, riscoprendo il valore delle piattaforme news tradizionalmente considerate rischiose.

Alle radici di questo fenomeno c’è una rivoluzione delle priorità. Se in passato la parola d’ordine era evitare qualsiasi contesto “carico” o politicamente sensibile, oggi il ciclo delle notizie è talmente rapido da rendere obsolete le vecchie regole. Le aziende, costrette a fare i conti con budget limitati e il desiderio di non perdere opportunità preziose di inventory pubblicitaria, stanno rivalutando la presenza sui media d’informazione. In questa cornice, strumenti tecnologici avanzati come quelli offerti da DoubleVerify — tra cui AI per l’ottimizzazione delle keyword e soluzioni educational come il News Accelerator — garantiscono maggiore flessibilità e controllo.

L’era in cui i brand si tenevano alla larga dalla controversia sembra dunque al tramonto. Grazie all’innovazione tecnologica e a una nuova consapevolezza del concetto di idoneità, inserzionisti e agenzie riconoscono alle news una capacità unica di generare engagement: secondo dati DoubleVerify, la pubblicità sui siti di notizie porta infatti circa il 10% in più di interazioni rispetto ad altri canali. Il futuro della pubblicità online passa dalla capacità di bilanciare rischio percepito e reale valore di visibilità, abbracciando nuovamente i media guidati dall’attualità.

Fonte: Digiday

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