Google esce indenne dal processo antitrust: delusione nel mondo della pubblicità

L’atteso verdetto sulla causa antitrust che coinvolge Google e il suo motore di ricerca ha sollevato ondate di reazioni nel panorama della pubblicità digitale. Se da un lato il giudice Amit Mehta ha riconosciuto la posizione monopolistica dell’azienda nel settore della ricerca online, dall’altro Google ha evitato la conseguenza più temuta: la separazione forzata dal browser Chrome. La sentenza rappresenta dunque una vittoria parziale per il colosso di Mountain View, che si vede sì condannato sul piano dell’immagine, ma riesce a mantenere intatta la propria architettura di business.

La risposta dell’industria pubblicitaria oscilla tra la frustrazione e la rassegnazione. Molti professionisti del settore sottolineano come, nonostante il procedimento legale, la sostanza non cambi: il potere di Google rimane quasi illimitato e la situazione penalizza editori e inserzionisti, costretti ad adattarsi a condizioni ormai ben consolidate. Non manca chi sintetizza amaramente: “Anche quando perde, Google vince comunque”. Questa percezione si riflette nella convinzione che i regolatori siano usciti sì con un riconoscimento ufficiale della questione, ma privi degli strumenti adeguati per intervenire con decisione sulle dinamiche di mercato.

Guardando al futuro, la sentenza potrebbe tradursi in maggiore consapevolezza e pressione regolatoria su Google e sulle piattaforme dominanti, ma difficilmente cambierà gli equilibri di potere nel breve termine. Per il settore pubblicitario, la realtà rimane invariata: serve una nuova visione per riequilibrare il mercato e garantire reale innovazione e concorrenza.

Fonte: Digiday

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