Artigiani e brand in difficoltà dopo il blocco delle spedizioni verso gli USA
Il commercio internazionale sta attraversando una fase di forte incertezza, soprattutto per le piccole imprese e gli artigiani che puntano sugli Stati Uniti come principale mercato di sbocco. Alla fine di agosto 2025, la sospensione delle spedizioni da parte di numerosi corrieri internazionali ha rappresentato un vero e proprio terremoto: una decisione che ha lasciato migliaia di imprenditori come Chris Rose, artigiano della pelle di Brisbane, senza strumenti per servire i propri clienti oltreoceano.
La causa scatenante è stata la cancellazione della storica clausola di “de minimis” da parte dell’amministrazione Trump, che garantiva uno snellimento burocratico per piccole spedizioni. Questa mossa, apparentemente tecnica, ha avuto ripercussioni immediate e drammatiche: ben 88 operatori postali nel mondo hanno sospeso le consegne verso gli USA, lasciando il settore delle vendite internazionali online in uno stato di blocco quasi totale. Per aziende che dipendevano dalle esportazioni negli Stati Uniti, le perdite potenziali sono ingenti e molte sono costrette a ripensare radicalmente le proprie strategie commerciali.
Questo scenario mette in evidenza quanto siano fragili le catene di valore globali e quanto le scelte politiche possano avere effetti a cascata sull’economia reale. In un contesto in cui gli artigiani e i piccoli brand si erano già abituati a gestire le incertezze del mercato globale, la necessità di diversificazione e innovazione si fa ancora più impellente. Guardare a nuovi mercati, trovare soluzioni logistiche alternative e rafforzare la relazione diretta con i clienti diventerà la chiave per sopravvivere e prosperare in tempi così volatili.
Fonte: Digiday