Royalties AI: una svolta per piccoli e medi editori grazie ai corporate LLM

Nel panorama editoriale di ottobre 2025, si assiste a un nuovo capitolo nell’intersezione tra intelligenza artificiale e diritti d’autore. Le royalties generate dall’AI non riguardano più solo i grandi gruppi editoriali, ma diventano finalmente accessibili anche per i piccoli e medi editori. Questo importante cambiamento non è il risultato del successo globale di sistemi come ChatGPT, bensì dell’avanzata adozione di Large Language Models (LLM) aziendali e della tecnologia RAG (Retrieval Augmented Generation).

La tecnologia RAG permette agli LLM di offrire risposte avanzate pescando contenuti da fonti editoriali precise ogni volta che vengono consultati da aziende o utenti. In questa nuova era, il valore dei contenuti originali cresce: le aziende riconoscono l’importanza di attingere a fonti affidabili e licenziate, portando così introiti diretti agli editori tramite modelli collettivi di licensing. Si tratta di un modello virtuoso dove l’AI, invece di sottrarre valore al lavoro editoriale, lo retribuisce e lo valorizza.

L’apertura delle royalty ai piccoli e medi player ridisegna gli equilibri della filiera digitale, aprendo nuovi scenari per la sostenibilità dell’informazione di qualità. Per gli editori di dimensioni contenute, questa trasformazione rappresenta un’opportunità concreta per monetizzare i propri archivi, diversificare i ricavi e ritagliarsi un ruolo più rilevante nel mercato dei dati e dei contenuti per l’intelligenza artificiale. Se sapranno cogliere questa onda, potranno diventare partner strategici nell’ecosistema AI.

Fonte: digiday.com

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