Cicli storici nella ricerca: l’intelligenza artificiale ridisegna il futuro del search marketing
Nel mondo del marketing digitale, la variabilità è l’unica certezza. Dall’alba del web a oggi, la ricerca online ha vissuto una continua evoluzione, attraversando epoche distinte che hanno visto protagonisti prima semplici motori di ricerca, poi algoritmi intelligenti e oggi, sempre più, sistemi conversazionali guidati dall’intelligenza artificiale. Ma dietro queste trasformazioni si nascondono pattern ricorrenti che si ripetono nei decenni, spesso in forme nuove ma simili nella sostanza.
Negli anni ‘90, i primi motori come AltaVista o Lycos offrivano un’esperienza selvaggia e sperimentale: gli utenti digitavano query lunghe e imprecise, costretti a iterare e affinare da soli i propri risultati. L’arrivo di Google e delle sue funzionalità, come il Suggest e l’autocomplete, ha introdotto un cambiamento radicale, standardizzando le ricerche e riducendo la varietà delle domande. Con la diffusione del mobile e delle ricerche vocali, le query sono diventate ancora più concise, mentre l’avvento delle risposte dirette nelle SERP, delle ricerche zero-click e delle piattaforme chiuse ha ulteriormente compresso i comportamenti degli utenti. Per i marketer, questa traiettoria ha significato ottimizzare su un bacino sempre più ristretto di termini e perdere dati preziosi sui reali intenti di ricerca.
L’ingresso dell’AI, però, ha invertito la rotta. Strumenti come ChatGPT, Claude e la modalità AI di Google riportano oggi in auge la conversazione, incentivando domande articolate e multi-step. Oggi cerchiamo risposte complete, non semplici informazioni, e ci aspettiamo di raffinare interattivamente i nostri interrogativi. Con previsioni come quella di Gartner, che stima il 25% delle ricerche alimentate dall’AI entro il 2026 (e con probabilità di cifre ben superiori), il search si trasforma da raccolta di fonti a motore conversazionale. In questo nuovo scenario, non basta più “farsi trovare”: serve essere la risposta migliore, con contenuti autorevoli e utili anche per i modelli linguistici generativi.
Qual è la lezione per chi fa digital marketing? La storia insegna che ogni salto tecnologico rimescola il gioco e offre opportunità a chi sa leggerne le dinamiche. L’ottimizzazione ora non riguarda solo SEO tradizionale, ma anche i nuovi answer engine. Occorre ascoltare il cliente, sondare i suoi bisogni reali, creare contenuti autentici e approfonditi e comprendere le dinamiche di customer journey. L’AI non è la fine della ricerca, ma un nuovo inizio che richiede creatività, adattamento e visione strategica.
Fonte: searchengineland.com/historic-recurrence-search-ai-461157
