Google ed il Caso Antitrust: Cosa Cambia Davvero per Marketing e Adv
Il recente pronunciamento del giudice Amit Mehta sul caso antitrust contro Google segna una tappa fondamentale nel confronto tra istituzioni e colossi tech. Sebbene molti si aspettassero un cambiamento epocale, il ruling si è rivelato meno rivoluzionario del previsto, confermando la posizione dominante dell’azienda e lasciando sostanzialmente invariato l’equilibrio nei mercati di ricerca e advertising digitale.
Le nuove regole imposte a Google puntano principalmente a contrastare pratiche di esclusività e a garantire maggiori libertà ai partner commerciali. Da oggi, produttori di dispositivi (OEM), carrier e browser non saranno più vincolati a promuovere in esclusiva i servizi Google; la società non potrà più legare Search, Chrome, Assistant o Gemini a condizioni contrattuali restrittive nel Play Store o nei programmi di revenue share. Inoltre, concorrenti qualificati potranno accedere ad alcuni dati di ricerca, e Google dovrà offrire la syndication pubblicitaria a condizioni trasparenti. Verrà istituito un comitato tecnico di supervisione con esperti di AI, economia e privacy incaricato di monitorare il rispetto delle nuove norme per i prossimi sei anni.
Tuttavia, molti punti chiave sono rimasti fuori dal perimetro delle misure: niente obbligo di dismissione di Chrome o Android, nessuna schermata di scelta per i motori di ricerca, niente poteri rafforzati per editori e advertiser, nessun divieto concreto contro il self-preferencing e solo limitate restrizioni sull’uso dell’intelligenza artificiale generativa. Di fatto, Google esce di nuovo vincitrice, mantenendo il controllo su pagamenti, piattaforme e libertà di design, con GenAI eretta a difesa strategica della propria posizione.
La sentenza lascia emergere un quadro regolatorio in cui gli equilibri di mercato restano sostanzialmente invariati, sollevando interrogativi su quanto profondamente si possa intervenire sulle dinamiche della competizione online e sulle reali opportunità di svolta per il settore. Sarà essenziale, nei prossimi anni, monitorare come Google e i suoi competitor sapranno sfruttare – o aggirare – queste nuove regole.
Fonte: Digiday