Il remarketing entra nell’era delle impressioni: la scommessa di Microsoft che riscrive le regole della pubblicità digitale

Nel panorama del digital marketing, una rivoluzione silenziosa sta cambiando le regole del gioco: il remarketing non si basa più solo sui clic, ma ora punta sulle impressioni. Microsoft Advertising lancia un nuovo paradigma, esclusivo, che consente ai brand di costruire il proprio pubblico target semplicemente sulla base della visualizzazione degli annunci, senza la necessità di un’interazione diretta come il clic o la compilazione di un form.

Il funzionamento di questa nuova strategia impression-based è semplice ma dirompente. Se l’annuncio di un inserzionista viene mostrato su Bing, nei posizionamenti nativi, su Copilot o su altre piattaforme Microsoft, ogni utente che ne visualizza anche solo una volta il contenuto può essere inserito in una lista di remarketing. Da quel momento, sarà possibile impostare targeting, esclusioni o aggiustamenti di offerta su queste audience, moltiplicando il potenziale del top-of-funnel. Questa evoluzione si rivela cruciale nell’epoca della privacy-by-design e dell’AI conversazionale, dove sempre più spesso il percorso dell’utente non prevede un clic, ma inizia e si sviluppa attraverso micro-interazioni e risposte senza navigazione. Anche i KPI cambiano: non più (solo) conversioni e CTR, ma awareness, sentiment e recall della marca.

Dal punto di vista operativo, l’approccio impression-based permette ora di definire fino a 20 fonti per le proprie liste e personalizzare la finestra temporale di appartenenza (da 1 a 30 giorni), abilitando test rapidi su audience diverse e rafforzando il controllo strategico. Attenzione però: la chiave per massimizzare il potenziale di questa novità sta nella customizzazione delle creatività e del customer journey. Occorre superare il messaggio unico e segmentare per fase di consapevolezza e ruolo – decision maker o influencer – strutturando micro-conversioni che accompagnino il consumatore, passo dopo passo, verso l’azione finale.

Guardando al futuro, l’impression-based remarketing si candida a diventare uno standard: non solo per rispondere alle nuove norme sulla privacy, ma anche per intercettare utenti in ambienti digitali spesso sottovalutati – come app mobile o siti ad alto tasso di visualizzazione – che possono ora generare memorabilità di marca in modo più efficace che mai. Per i marketer, l’invito è chiaro: iniziare subito a sperimentare, ridefinire i propri percorsi utente e investire in touch point multipli per lasciare un segno indelebile nel pensiero dei futuri clienti.

Fonte: https://searchengineland.com/remarketing-microsoft-impressions-461117

Add a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *