Investimenti in streaming in crescita, ma i margini dei broadcaster vacillano
Nel panorama digitale odierno, gli investimenti nella pubblicità in streaming e su Connected TV (CTV) continuano a crescere senza sosta. Aziende come Netflix e Amazon stanno incrementando i loro ricavi pubblicitari in modo significativo, soprattutto considerando la relativa giovinezza dei rispettivi business. Tuttavia, questo slancio non si traduce automaticamente in una crescita dei margini per tutti gli operatori del settore: Paramount, ad esempio, ha registrato un calo del 4% delle entrate pubblicitarie nel secondo trimestre, mentre Disney ha evidenziato una diminuzione dell’audience media e dei ricavi negli Stati Uniti nel suo ultimo report finanziario.
Questa discrepanza mette in luce una dinamica interessante. Se da un lato le agenzie media e i marketer affermano di aumentare costantemente le risorse destinate alle piattaforme streaming, dall’altro la pressione sui prezzi – con particolare attenzione ai CPM (costo per mille impression) e alle fee pubblicitarie – si fa sempre più sentire. Gli investitori, più consapevoli e prudenti a causa dell’incertezza economica globale, pretendono maggior valore e sono disposti a negoziare duramente per ottenere condizioni più vantaggiose. Questo scenario costringe le piattaforme a rivedere le strategie di monetizzazione per non perdere la competitività e la fiducia degli inserzionisti.
Guardando al futuro, sarà cruciale per le piattaforme streaming e i broadcaster trovare un equilibrio tra volumi crescenti di investimenti e sostenibilità dei margini. La differenziazione delle offerte pubblicitarie e un focus sempre più marcato sull’innovazione saranno fattori determinanti. Una strategia vincente dovrà partire da un’analisi profonda dei dati e dalla capacità di adattarsi alle nuove richieste di un mercato pubblicitario in costante evoluzione.
Fonte: digiday.com