Rating Bancario: cos’è, come si calcola e come migliorarlo
Com’è noto, alle banche spetta il compito di quantificare la disponibilità economica di ogni genere di impresa, in modo tale da averne un quadro chiaro e completo.
Tale quantificazione viene effettuata tenendo conto di un metodo ben preciso che consiste nell’assegnazione di un punteggio che tiene conto dell’effettiva disponibilità al fine della concessione di eventuali prestiti e/o finanziamenti di varia natura.
In termini molto più pratici, gli istituti di credito non fanno altro che indagare in maniera approfondita sulle aziende che hanno intenzione di chiedere un mutuo o un prestito al fine di tutelare il proprio denaro.
Di contro, è utile sottolineare che più il rating sarà positivo e migliori saranno le condizioni contrattuali a cui le aziende richiedenti avranno diritto di accedere.
Come è facile intuire, quindi, dal rating dipende il cosiddetto potere di negoziazione e, soprattutto, la possibilità di ottenere o meno un prestito o un finanziamento. Ma vediamo di scendere più nel dettaglio e di capire quale è il funzionamento del calcolo in questione, quali sono i criteri di cui si tiene conto e come deve fare un’azienda per riuscire ad ottenere un rating migliore.
Rating: a cosa serve e quali sono i fattori che incidono
Quando si parla di rating, è necessario precisare che si fa riferimento ad accordi europei che sono stati recepiti dalla Banca d’Italia e che regolano i comportamenti delle singole banche in fatto di concessione di prestiti e finanziamenti. Queste direttive, in buona sostanza, non fanno altro che stabilire che le stesse banche devono quantificare in maniera scientifica la capacità che ogni impresa richiedente ha di rientrare del debito. Solo a seguito di un attento calcolo, l’istituto di credito avrà la possibilità di capire se sarà possibile erogare la somma richiesta e a quali condizioni. Un aspetto che non deve essere affatto trascurato quando si parla di rating riguarda il fatto che la valutazione da parte delle banche è del tutto discrezionale ma che gli elementi che devono essere valutati sono i medesimi per tutti. L’affidabilità del richiedente, infatti, non può e non deve essere valutata in maniera soggettiva.
Discorso diverso, invece, deve essere effettuato per la decisione finale che può variare da istituto di credito a istituto di credito.
Ma quali sono le variabili di cui tenere conto al momento dell’analisi del rating?
In primo luogo, c’è la differenza che esiste tra il capitale cosiddetto proprio dell’impresa e quello, invece, finanziato da terzi. Importanti è, poi, il costo degli interessi passivi che sono stati effettivamente pagati.
Variabili rilevanti, infine, sono la ripartizione che esiste tra i debiti a medio, lungo e breve termine e i vari crediti a disposizione delle singole aziende.
Attenzione, però: quando un istituto di credito dà seguito a tale processo di controllo non mette del tutto da parte l’etica.
Questo vuol dire che è fondamentale anche tenere conto dei cosiddetti movimenti di cassa che consentono di avere una panoramica ancor più oggettiva di tutta la situazione nel completo rispetto della legge.
Cercando di spiegare in termini molto più semplici questo concetto, anche in situazioni di scoperto, se l’azienda dimostra di avere una certa fluidità di cassa, dando prova di avere frequenti entrate di denaro, la banca potrebbe valutare positivamente questa situazione, prendendo in seria considerazione l’ipotesi di accordare un prestito o un finanziamento, seppure con non poche riserve.
Le alternative, quindi, possono essere moltissime e variano da situazione a situazione. Per questo motivo, è bene valutare caso per caso e cercare di non applicare in maniera generale la direttiva riferita, appunto, al rating e alla stima della solvibilità dell’azienda richiedente.
Come migliorare il rating
Come è facile intuire, obiettivo di ogni azienda dovrebbe essere quello di migliorare in maniera costante il proprio rating per riuscire ad ottenere in maniera semplice e rapida ogni genere di finanziamento o prestito.
La prima e più importante cosa da fare per agire in tal senso consiste nel capire quali sono effettivamente i parametri della banca a cui si ha intenzione di rivolgersi. A prescindere da ciò, la cosa più importante da fare è quella di costruire un business plan grazie al quale avere un progetto di medio periodo attraverso il quale migliorare il proprio rating.
Tutti coloro che hanno intenzione di migliorare il proprio rating devono, poi, non dimenticare che utilizzare fino al limite accordato i fidi potrebbe essere tradotto dagli istituti di credito come un indice di difficoltà di natura finanziaria. La cosa migliore la fare, quindi, è quella di non arrivare mai al limite in modo tale da evitare di dover essere considerato un cliente non del tutto affidabile.
In merito a ciò, però, è utile tenere anche conto del fatto che, nel caso in cui si dovesse avere a che fare con una nuova azienda, arrivare al limite del fido potrebbe essere anche sinonimo di una forte crescita. Anche in questo caso, quindi, la soggettività della valutazione non deve essere trascurata, partendo dal presupposto che oltrepassare l’80% del limite che è stato concesso potrebbe essere comunque potenzialmente negativo.
Discorso a parte, invece, deve essere effettuati per gli sconfinamenti che, invece, si palesano nel momento in cui i termini della linea di credito che è stata accordata non vengono rispettati.
Come è facile intuire, si tratta di un evento che peggiora in maniera notevole la situazione dell’azienda e che, di conseguenza, porta la banca a non avere la possibilità di formulare un’opinione positiva sul conto del richiedente.
Tra l’altro, quando si ha a che fare con uno sconfinamento ad entrare in gioco è anche la Centrale dei rischi a cui viene segnalato l’accaduto. In questo specifico caso, non sarà solo la banca di riferimento a vedere lo sconfinamento ma anche le altre banche.
Di sicuro, si tratta di una valutazione da effettuare caso per caso ma, a differenza di quanto affermato per il fido, lo sconfinamento ha una connotazione più specifica e, sopratutto, viene trattata in maniera più drastica dalla banca.
In estrema sintesi, chi vuole riuscire a migliorare il proprio rating non deve fare altro che cercare di rispettare i termini contrattuali forniti dall’istituto di credito, non dimenticando che nel futuro si potrebbe avere necessità di altri prestiti o finanziamenti il cui positivo riscontro potrebbe direttamente dipendere dalla condotta passata del richiedente.
Rating bancario: anticipazioni 2023
Quello che può apparire agli occhi dei clienti un eccesso di severità da parte della banche non è altro che una forma di autotutela che ha il compito di mettere al sicuro le risorse economiche delle banche e, di conseguenza, i risparmi di tutti coloro che nelle stesse hanno investito il proprio denaro.
Nel prossimo periodo, i controlli in tal senso non tenderanno certo a diminuire e, pertanto, è bene tenere conto del proprio rating e cercare sempre di migliorarlo. Ultimissimo consiglio riguarda le aziende che non hanno troppa confidenza con le questioni finanziarie: in questi casi, la soluzione migliore consiste nel rivolgersi ad un esperto del settore in grado di valutare la situazione in ogni suo aspetto e di capire su cosa puntare per migliorare il rating e, di conseguenza, avere molta più possibilità di accedere a prestiti o finanziamenti.
Tra l’altro, in questo modo si avrà anche l’opportunità di mantenere costantemente sotto controllo anche l’andamento dell’azienda sotto il profilo finanziario, anche durante il periodo di rimborso di un prestito o di un finanziamento.
Ciò sarà utile per evitare di rischiare di non riuscire a rimborsare le rate e, dunque, di essere classificato come cattivo pagatore non solo dalla propria banca ma da tutti gli istituti di credito.