Anatocismo Bancario degli Interessi Passivi: Cos’è, significato e funzionamento
Cos’è l’anatocismo bancario
Quando si deposita un capitale in banca, ad esempio attraverso un conto deposito o in altre forme di rendita, si compie questa operazione perché ci si aspetta di ricevere degli interessi.
Il meccanismo dell’anatocismo entra in gioco quando sugli interessi maturati da un determinato capitale vengono prodotti nuovi interessi. La parola anatocismo, che deriva dal greco, ha il significato letterale di nuova usura.
Gli interessi, quindi, sono già una forma simile all’usura dal momento in cui, ad esempio in un prestito, vengono richiesti al debitore più soldi di quanti lui ne abbia avuti.
L’anatocismo si verifica quando i nuovi interessi vengono maturati su vecchi interessi scaduti o non pagati dal debitore. Per questo è molto vicino all’usura come meccanismo.
Come funziona l’anatocismo bancario degli interessi passivi
L’anatocismo bancario è noto anche con il nome di capitalizzazione degli interessi. Questo avviene perché gli interessi maturati sul capitale vengono aggiunti al capitale stesso, come se non fossero mai esistiti, aumentando di fatto il capitale e facendogli produrre nuovi interessi in un circolo continuo.
In questo modo il titolare di conto deposito, ad esempio, diventa creditore della banca della quale era però debitore per via del capitale depositato (che in ogni caso ha i suoi costi e deve comprendere anche i guadagni della banca).
L’anatocismo bancario genera un gap situazionale nel momento del pagamento di questi interessi. Le banche, infatti, riscuotono gli interessi a tre mesi, laddove il cliente li riscuote di rado semestralmente, e molto più spesso ogni anno. Con l’anatocismo, gli interessi vengono quindi liquidati in momenti diversi.
Bisogna sottolineare che l’anatocismo bancario può essere sia sugli interessi attivi che sugli interessi passivi. In particolare, per evitare l’anatocismo bancario degli interessi passivi la procedura prevede versamenti contingentati in momenti dedicati dell’anno.
Calcolo degli interessi passivi
Come fare il calcolo degli interessi passivi ed evitare l’anatocismo bancario?
Innanzitutto, su un conto corrente ci sono:
- interessi attivi, tipici dei conti deposito. Sono i classici interessi riscossi dal cliente in caso di deposito di denaro;
- interessi passivi, sono quelli riscossi dalla banca.
Gli interessi passivi vanno calcolati, in base a diversi fattori, tra i quali si ricordano:
- quantità della somma vincolata o in altro modo erogata dalla banca;
- tempo del vincolo;
- accordi presi con la banca sui tempi di restituzione (ad esempio in caso di mutui o finanziarie);
- impiego del capitale.
Per quanto riguarda l’anatocismo sugli interessi passivi, il cliente deve poter versare gli interessi seguendo differenti strategie.
In primo luogo, si possono versare questi interessi con un pagamento in contanti o con un bonifico bancario proveniente da un altro conto all’interno dello stesso istituto di credito o da un conto in un’altra banca.
C’è, poi, il pagamento con addebito sul conto corrente. Con questa modalità, gli interessi vengono calcolati a decorrere dal 1 marzo di ogni anno.
Se il saldo è positivo, gli interessi passivi vengono compensati, cioè viene ridata al cliente la somma che gli spetta. In caso di saldo negativo, gli interessi si aggiungono al monte che il cliente deve pagare alla banca.
Infine, per tenere sotto controllo gli interessi passivi e l’anatocismo bancario, è possibile stipulare un accordo con la banca per cui eventuali accrediti sul conto vengano dirottati al pagamento degli interessi.
In questo modo il titolare del conto, ogni volta che gli viene accreditato, ad esempio, lo stipendio oppure una rendita mensile (mettiamo caso, un affitto di un immobile) sa che la banca userà quell’entrata per il pagamento delle somme di interessi.
Anatocismo e usura: ecco a cosa stare attenti
L’anatocismo bancario è davvero uguale all’usura? Certamente è una pratica non conforme alla legge, ma ci sono diverse questioni alle quali prestare attenzione.
L’applicazione di nuovi interessi sugli interessi non è di per sé illegale finché la somma esponenziale dei tassi di interesse non supera il tasso prestabilito per quelle operazioni.
In parole povere, se un risparmiatore si mette d’accordo con la banca per vincolare un capitale di 20 mila euro o per richiedere un mutuo, gli interessi maturati sugli interessi di questi capitali non sono di per sé illegali, ma lo diventano nel momento in cui la somma di tutti gli interessi sfora il tasso di interesse firmato dal cliente al momento della stipula del contratto.
In quel caso può intervenire l’associazione consumatori a difesa del cliente per sospetta usura bancaria.
Bisogna far presente, però, che a meno di tassi bloccati (come a volte succede per i mutui), i tassi di interesse hanno durata trimestrale, per cui non possono essere calcolati con un’esattezza che duri nel tempo.
L’usura bancaria, in ogni caso, è un reato di tipo penale, mentre nel caso di anatocismo bancario degli interessi passivi si contravviene soltanto al codice civile.
Quando si è vittima di anatocismo bancario ci si può difendere da soli o in gruppo. Di norma, l’anatocismo è più difficile da individuare, ma non impossibile: bisogna in ogni caso affidarsi a un professionista legale. Più spesso capita che contro le banche che praticano anatocismo ci siano dei movimenti più ampi e delle vere class action di massa.
Regole della Banca d’Italia sull’anatocismo bancario
La Banca d’Italia ha approvato nuove regole contro l’anatocismo bancario al fine di difendere sia gli istituti di credito che i correntisti da questa forma di accumulo di capitale.
Questa forma di produzione di interessi sugli interessi già maturati dal cliente è dunque vietata, ma ciò non cambia le regole per quanto riguarda gli interessi di mora.
Alla stipula di un contratto per un mutuo, una finanziaria oppure per un conto deposito, il cliente accetta i termini e le condizioni dell’istituto di credito.
Così facendo, sa che se non paga in tempo gli interessi essi saranno soggetti a una mora, come qualunque tassa. Queste regole sono stabilite dal Codice civile italiano, pertanto non sono in discussione anche quando si lotta contro l’anatocismo bancario degli interessi passivi.
Chi deve stare attento all’anatocismo bancario
L’anatocismo bancario sugli interessi passivi può colpire, in linea di massima, qualunque risparmiatore. In realtà ci sono aziende e correntisti che sono più esposti di altri al rischio.
Tanto per iniziare, quando si stipula una finanziaria o si chiede un mutuo, si è automaticamente più soggetti a questo tipo di rischio.
Non bisogna dimenticare, infatti, che in quel momento si è debitore nei confronti della banca, la quale potrebbe sfruttare tassi favorevoli per un ricarico degli interessi ai danni del cliente.
Inoltre, in generale chi vincola somme ingenti è più esposto perché il continuo afflusso di denaro, ad esempio in un conto deposito, aumenta il capitale e con esso gli interessi.
Quali comportamenti evitare per non incappare nell’anatocismo
Per evitare l’anatocismo bancario è fondamentale non perdere mai il controllo dei propri debiti e dei propri crediti. Avere chiara la propria situazione bancaria è il primo passo per comprendere come muoversi in questo modo.
In caso di dubbi e problemi, è importante comunque affidarsi a un avvocato esperto di diritto tributario e finanziario, evitando di affidarsi a sedicenti esperti o a metodi fai da te che potrebbero solo complicare la situazione.