Azioni FIAT e Default Argentina: Caratteristiche e correlazioni

Negli ultimi mesi la Fiat e l’Argentina sono state coprotagoniste di un default che ha colpito l’economia di tutto il mondo con pesanti ripercussioni che avranno seguito in primis sul pacchetto azionario ma anche sulle future manovre economiche.

Default Argentina, il popolo torna a tremare: l’economia cade in picchiata

L’Argentina è piombata nuovamente nel dramma del default a luglio, la moneta ha perso valore, crollando rispetto al dollaro e il governo ha avuto pesanti ripercussioni. Dopo la crisi del 2001 il paese è stato flagellato da un’ulteriore caduta. La banca centrale ha alzato i tassi di interesse a livelli pari anche al 60%, cifre definite folli dagli azionisti.

L’economia dell’Argentina ha attraversato, e sta tutt’ora attraversando, una recessione economica pericolosa. Il tutto è stato la diretta conseguenza delle politiche del presidente Macri che ha cercato invano di attuare delle politiche controcorrente cercando di stabilire accordi con Usa e Ue per il libero mercato, nella speranza di attirare nuovi acquirenti.

Il default dell’Argentina porta quindi una riflessione sul piano economico e finanziario a livello globale, tuttavia la reazione dei mercati a quanto è accaduto non è certo paragonabile a quanto è avvenuto nel 2001. Nel 2016 l’Argentina aveva raggiunto un accordo con un gruppo di creditori capeggiati da Elliot Management, da quel momento Buenos Aires è tornata sui mercati internazionali, indebitandosi fino al collo. I titoli però sono precipitati, i sussidi statali garanti di tariffe pubbliche a basso costo hanno iniziato a fare pressione e sono iniziati gli scioperi ad agosto.

Il risanamento dei conti argentini grazie all’intervento del Fondo Monetario Internazionale

Alla fine l’Argentina ha trovato un accordo con FMI che si è detto pronto a stanziare per salvare il paese ben 57 miliardi di dollari in tre anni, come specificato dal direttore generale Christine Lagarde. I fondi dovrebbero quindi sanare e rassicurare gli investitori.

In realtà questo non è stato il primo accordo, già in primavera l’Argentina e FMI avevano patteggiato per un prestito di 50 miliardi di dollari, di cui 15 già versati, la situazione però è precipitata con la svalutazione del peso che ha posto la necessità di una differente azione di mercato.

Gli analisti hanno percepito tutto questo come un esperimento in quanto, nonostante l’intervento, non è detto che l’Argentina non si trovi nuovamente al baratro.

Il crollo delle Azioni Fiat e la sospensione della lavorazione in Argentina

Le Azioni della Fiat sono precipitate, la loro retrocessione è coincisa con la crisi in Argentina. Fiat Chrysler Automobiles è particolarmente avviata sul mercato europeo, ha una gamma di vetture di medie e piccole dimensioni, riunendo una serie di marchi che sono comunque venduti in tutto il mondo. Negli ultimi mesi le quotazioni di mercato hanno raggiunto un calo notevole, con una diminuzione che ha toccato anche il 35% al punto da portare alcuni investitore a modificare le proprie posizioni.

Durante la crisi economica che ha attanagliato l’Argentina la produzione Fiat nel paese è stata addirittura fermata, l’arresto degli impianti è stato voluto per adeguare la produzione alla domanda, poiché tra gennaio ed agosto si è registrata una perdita del 4%.

La situazione non migliora dal momento che alcuni azionisti minacciano di fare causa per non essere stati informati della malattia di Marchionne, di fatto nascosta per oltre un anno. La legge effettivamente dice che gli investitori devono essere informati se si verificano condizioni tali da poter influenzare il prezzo azionario, quindi anche la malattia dell’amministratore delegato andava condivisa.

Il consiglio di amministrazione del gruppo FCA però ha rivelato di non essere mai stato informato e di averlo appreso solo in un secondo momento. La cosa però non è piaciuta a Schultze Asset Management che vuole procedere per vie legali.

Miracolo Fiat, perché comprare queste azioni è sempre una garanzia

Dopo la morte di Agnelli nel 2004, ultimo esponente del nucleo che aveva guidato la Fiat, Sergio Marchionne allora consigliere d’amministrazione venne nominato amministratore delegato. L’intero organigramma aziendale fu ricostituito con molti licenziamenti e non poche polemiche. Il gruppo venne poi ripulito con la vendita accessoria di tutte quelle parti che non erano strettamente la produzione e vendita delle automobili.

Così si generò il Fiat Group costituito da Fiat, Alfa Romeo, Lancia e Abarth. Proprio in quegli anni venne messa in atto una grossa manovra finanziaria per impedire alle banche creditrici di prendere l’azienda. Solo nel 2005 la Fiat tornò in utile con quello che venne definito un vero miracolo economico. Il settore automobilistico però non viveva un bel periodo, troppe auto rispetto alla domanda effettiva, poi arrivò il 2008 con la crisi economica globale e ad una nuova recessione che stroncò tutti i settori.

L’unico modo per risalire era investire in nuove tecnologie e nuovi mercati ma ovviamente non era possibile per Fiat farlo da sola, così Marchionne decise di trovare un partner, dopo un lungo accordo Fiat acquistò le quote di maggioranza della Chrysler la più in difficoltà del settore automobilistico americano in quel tempo.

Quell’operazione economica ha cambiato completamente il gruppo creando un’era prima e dopo Marchionne, con la sua azione infatti il gruppo è rimasto stabile e i posti di lavoro in Italia sono stati salvati. Il gruppo FCA è quotato in borsa a New York e a Milano con principale azionista EXOR ovvero la società di Agnelli-Elkann che detiene il 30% delle quote.

Azioni FIAT e Default Argentina: anticipazioni 2023

Dopo mesi intensi di crisi c’è da dire che la Fiat non si arrende e sta lavorando a nuovi modelli, mostrando tutto l’impegno del gruppo che non vuole assolutamente arrendersi a quanto accaduto in Argentina ma vuole reggere la sua leadership nel paese. Il presidente del gruppo in America Latina, Martin Zuppo, ha parlato del prossimo rilancio della Fiat Uno in un nuovo segmento di mercato.

La fabbrica presente nel paese però negli ultimi anni ha avuto il difetto di esportare solo in Brasile, questo ha causato una chiusura problematica. Se c’è una fabbrica che esporta deve farlo in modo considerevole, soprattutto laddove il Brasile non ha dato particolari riscontri. Il progetto per il futuro della Fiat e dell’Argentina sarà quello di dare nuovo motore alla sua economia all’interno del paese avviando una produzione che possa essere esportata in tutto il mondo.

Quello che vedremo nel prossimo anno è certamente una nuova stabilità delle azioni Fiat, nonostante il temporaneo sbandamento che hanno conosciuto. Fiat infatti, nonostante la sua perenne crisi ha sestuplicato il suo valore, quindi il valore delle azioni. Il che spiega chiaramente con i fatti quanto sia fondamentalmente stabile la sua presenza sul mercato delle automobili.

Chiaramente l’abilità di un’azienda così solida sarà non solo quella di controllare il proprio raggio d’azione consolidando la sua presenza, ma soprattutto sfruttando la versatilità di una domanda che chiede sempre innovazione e che punta tutto alla tecnologia e, oggi più che mai, alla possibilità di creare vetture ecologiche.

La fortuna di Fiat è quella di far parte di un gruppo molto grande e di conseguenza di poter fronteggiare, rispetto ad altre presenze sul mercato, non solo ulteriori crisi economiche ma la richiesta di un’innovazione che si fa sempre predominante da parte degli utenti finali.

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