Numero Conto Corrente: IBAN da cosa si compone e come ricavarne il numero

Il conto corrente è quello strumento che ti dà la possibilità di depositare o di prelevare, una certa quantità di denaro in una banca o da un’istituto di credito e di eseguire delle operazioni, chi dispone di un conto corrente può utilizzare vari servizi: come ricevere lo stipendio (o la pensione), effettuare dei bonifici bancari, avere una carta di credito, o di debito e di pagare, inoltre, permette di recuperare tempo (trasferisce le transazioni nell’estratto conto della relativa banca).

L’estratto conto è il resoconto di tutte le transazioni eseguite, viene fatto dalla banca, dopo un certo periodo di tempo, si occupa di ordinare dei documenti, in modo riassuntivo, è organizzato in maniera da creare delle colonne che, forniscono i diversi dettagli nelle varie operazioni e delle relative transazioni.

Ci sono vari tipi di conti correnti: il conto ordinario (dove il costo è determinato dalla quantità delle transazioni effettuate), conto a pacchetto (hanno un costo determinato), conto base, per le persone che non hanno necessità particolari e i conti di convenzione che sono per quei clienti che beneficiano di alcune condizioni vantaggiose.

Che cos’è l’IBAN?

È da oltre dieci anni che è entrato in vigore l’IBAN nei conti correnti bancari, per fare dei bonifici e anche per riceverli e d’obbligo scrivere il codice IBAN che è presente nel conto corrente.

La sigla sta ad indicare: numero internazionale di conto corrente, o “International Bank Account Number”, questo codice, è l’insieme di diversi codici, ordinati in base a dei criteri d’omologazione sovranazionale, è stato ideato con l’obiettivo di consentire ai diversi sistemi d’informatica della SEPA (è l’acronimo di: “Single Euro Payments Area” è diventato ufficiale nel 2014 e permette di eseguire transazioni e pagamenti con soggetti, sia fisici che giuridici, come le imprese, o con alcuni Paesi, non solo quelli dell’UE) di ‘dialogare’ tra di loro, dove i trasferimenti e le transazioni e altre varie operazioni seguiranno un’identico protocollo.

Questo senza l’IBAN non sarebbe stato possibile, perché ci sarebbero stati i vecchi codici che facevano rispettivamente, riferimento a dei parametri nazionali, locali, con delle stringhe che avevano dei significati differenti e questo rallentava e complicava le operazioni.

C’è da precisare, comunque, che questo cambiamento fu per i correntisti, abbastanza tragico, perché dovevano compilare manualmente i dati dei bonifici; mentre ora con i conti online basta fare semplicemente copia e incolla.

I codici IBAN non hanno tutti la stessa quantità di numeri e lettere, quello tedesco ha 27 caratteri come quello italiano, mentre quello di Malta arriva a 31 caratteri, il codice italiano viene formato da:

  • Inizia sempre con due lettere grandi, che indicano il paese, IT;
  • Da 2 lettere che indicano il “Control Internal Number ” (il CIN) Europeo, che rappresenta un parametro che può variare e individua gli errori dell’IBAN, è un codice di sicurezza standard.
  • Le cinque cifre del codice ABI (che identifica l’istituto bancario) e le cinque cifre del codice CAB (che è il codice di avviamento bancario e indica l’agenzia o la filiale dove è stato registrato il conto).
  • E infine il numero del proprio conto corrente, che è preceduto dal numero di zeri necessari per raggiungere le 12 cifre.

Prendiamo ad esempio delle coordinate bancarie (o un codice IBAN):
“IT 12 L 12345 12345 123456789012”

Nel caso dell’IBAN italiano, le iniziali saranno sempre IT, le cifre che seguono indicano il CIN, che sono i numeri di sicurezza, sono dei numeri personali, ed è impossibile risalire a loro, a meno che non si utilizzano per rintracciarli, degli algoritmi specifici, che sono gestiti dagli istituti bancari, anche con l’ABI e il CAB delle corrispondenti banche affiliate (tipo Unicredit o Intesa Sanpaolo) è possibile rintracciare il CIN. Mentre le ultime cifre (12) rappresentano il numero del conto corrente personale.

Come ricavare il numero del conto, dal codice IBAN

Se si ha il codice IBAN arrivare al numero del conto corrente è davvero semplice, bisogna prendere le ultime dodici cifre del codice, di solito saranno presenti alcuni zero che vengono aggiunti per arrivare ad un totale di dodici cifre (che è la cifra stabilita e dev’essere sempre la stessa).

La banca a cui è affiliato il conto corrente, anche se possiede tutte le informazioni del cliente, preferisce utilizzare per identificarlo, non i suoi dati personali (come ad esempio di fa con il codice fiscale) bensì associa ad esso e al suo corrispettivo conto bancario, tre ‘sotto codici’ diversi: L’IBAN, il BIC ( questo codice è utile per le banche, ad individuare delle informazioni rilevanti che riguardano il momento in cui si effettua un bonifico o si riceve, il BIC ‘svela’ quei dati riguardanti l’istituto bancario, il prefisso del Paese il codice della filiale e anche quello della località, la sua funzione è quella di dirigere i soldi nell’indirizzo richiesto senza errori e nella totale trasparenza.

Essendo affiancato all’IBAN permette una maggiore precisione nella tracciabilità dei movimenti economici, aggiungendo così, una sicurezza maggiore, per evitare errori o tentativi di truffa (cosa che nel passato si ripeteva in diverse occasioni), e il BBAN (“Basic Bank Account Number” è la coordinata bancaria che individua in modo preciso il conto corrente del beneficiario, in modo che la banca o l’ordinante possa assicurarsi, in totale certezza, grazie ad un carattere di sicurezza che è presente e che ha il compito di rendere, attraverso un controllo di verifica, una transazione affidabile e corretta.

Non può essere composto da dei caratteri speciali ma può, solo essere formato da dei numeri e dalle lettere maiuscole, il numero del conto va scritto a destra, mentre a sinistra, vanno aggiunti degli zeri, fino a completare il campo).

Queste cifre per quanto diano l’impressione di complicarvi la vita, hanno la funzionalità contraria: semplificano notevolmente le transazioni di denaro tra le Banche e nei pagamenti di vario genere, perché qualunque acquisto viene effettuato con carta (assegno o bonifico), sia in Italia che all’estero questo genererà uno spostamento da un conto ad un’altro, quindi, se il numero di conto corrente identificherà l’utente; ancora di più lo farà l’IBAN che è composto da insiemi di codici diversi che permettono, con grande velocità, di individuare quei dati richiesti, per poter effettuare le transazioni: paese d’origine, a quale banca è affiliato e il titolare di quel conto bancario.

Conoscere le coordinate bancarie è utile sopratutto in quelle situazioni dove si vuole proseguire ad una domiciliazione bancaria senza che sia necessario occuparsi di tutti i diversi pagamenti.

Una soluzione più sicura e rapida

Quindi come già detto, dall’IBAN si può ricavare il numero di conto corrente, ed almeno in Italia è rappresentato dalle ultime 12 cifre dell’IBAN, ci sono però delle eccezioni da conoscere e dei consigli che sarebbe meglio applicare come quella di per ricavare (completamente) il numero di conto corrente dall’IBAN, l’ideale è partire dalla destra questo perché il codice CAB non sempre è formato dalle 5 cifre, ma a volte anche da 6 (dovuto dal fatto che alcuni di questi codici CAB sono composti, alla fine, anche da un cifra che serve per individuare lo sportello dell’agenzia dal quale è stato aperto il conto).

Questa regola va attuata anche per i codici IBAN esteri, che a differenza del Paese variano in lunghezza (in Francia il codice è composto da 22 caratteri), individuare il numero del conto corrente però spesso risulta irrilevante (a differenza di prima, con l’introduzione dell’IBAN, ha perso il valore che vantava) perché è stato ‘assorbito’ dal codice IBAN, che risulta più completo e molto più pratico.

Cosa puoi fare con l’IBAN?

Come accennato in precedenza, l’IBAN è una coordinata bancaria che ha come finalità quella d’identificare, in modo completo ed inconfondibile, un conto corrente specifico e il suo rispettivo titolare, è basato sulle indicazioni dell’ECBS: ” European Committee for Banking Standards (che nel 2011 è stata sostituita dall’ European Bank Authority in sigla scritta “EBA”).

Dal 2008 in poi, i bonifici nazionali potevano essere effettuati solo tramite l’IBAN e non più soltanto dai codici ABI e CAB, è quindi diventata una necessità, che però, ha portato con sè molti benefici:

  • Un’uniformazione del sistema informatico bancario, che ha dato anche la possibilità di creare delle carte di credito, dotate di codice IBAN, questo tipo di carta non si collega più al normale conto corrente, ma diventa un conto autonomo, dal quale si può ricevere accredito od effettuare pagamenti; in più ha dei prezzi molto accessibili che rispetto a quelli precedenti risultano più economici.
    In sostanza, l’IBAN ha compensato, apportando un risparmio efficiente ed offrendo un’apprezzata facilità nelle operazioni, semplificando, con intelligenza, quello che prima risultava complicato per via dei limiti; con l’IBAN si può:

    • Eseguire un bonifico, compilando con il codice IBAN del beneficiario
    • Ricevere un bonifico, semplicemente basterà fornire il proprio codice IBAN, l’importo da accreditare e comunicarlo al datore di lavoro.