Rinegoziazione Mutuo: Cos’è e come fare per rinegoziare il mutuo con la tua banca
Per chi abbia sottoscritto un mutuo, è molto importante la sua sostenibilità. Come è noto, nel corso degli ultimi anni il Quantitative Easing portato avanti dalla Banca Centrale Europea, guidata da Mario Draghi, ha prodotto un notevole abbattimento dei tassi di interesse, arrivati addirittura sotto zero.
La nuova situazione innescata ha avuto notevoli contraccolpi su una serie di contratti relativi ai prodotti finanziari che erano stati stipulati in quella che potremmo definire alla stregua di un’altra epoca storica.
Tra i prodotti in questione ci sono anche i mutui, contratti magari prima della crisi del 2008, quella che ha fatto seguito allo scoppio della bolla dei mutui Subprime o negli anni immediatamente successivi. Anni nel corso dei quali i tassi di interesse erano notevolmente più alti, con ovvie ricadute sui piani di rientro dei mutui.
Proprio al fine di ovviare ad una situazione del tutto inedita, molti mutuatari al fine di non ritrovarsi in difficoltà a causa delle notevoli variazioni dei tassi di interesse hanno iniziato a guardarsi intorno alla ricerca di una soluzione. Individuandola ad esempio nella cosiddetta rinegoziazione del mutuo: di cosa si tratta?
Cos’è la rinegoziazione del mutuo e perché conviene farla?
Per rinegoziazione del mutuo si intende la modifica apportata alle condizioni dello stesso, concordate con l’ente erogatore, si tratti di istituto bancario oppure finanziaria. A questa pratica, sempre più diffusa, si può ricorrere per porre rimedio ad una situazione del tutto nuova sui mercati finanziari tale da poter generare un danno in caso di mantenimento del contratto stipulato in origine.
Tra i casi che possono portare ad una decisione simile, vanno ricordati in particolare:
- una notevole riduzione di parametri fondamentali come lo spread e il tasso di interesse;
- la volontà di allungare magari la durata del piano di rientro al fine di rendere più leggera e quindi più sostenibile la rata mensile da corrispondere all’ente erogatore;
- il desiderio di cambiare il tasso, magari portandolo da fisso a variabile o viceversa, proprio al fine di intercettare il mutamento evidente delle condizioni di mercato.
La rinegoziazione condurrà infine alla stesura di un nuovo contratto il quale terrà appunto conto delle esigenze prospettate dall’utente.
Per aderire alla proposta di modifica, la banca (o la finanziaria) chiede a sua volta che sia provata la sopravvenienza di elementi tali da alterare il rapporto che si era instaurato in origine, rendendolo di fatto difficile da sostenere per il cliente.
Come funziona la rinegoziazione del mutuo?
La rinegoziazione del mutuo prevede un iter procedurale abbastanza semplice, che andrà ad esaurirsi con il varo di una scrittura privata, la quale assume l’ufficialità di nuovo accordo tra le parti che avevano sottoscritto in origine il contratto.
Va anche sottolineato come la richiesta di attivare la procedura rappresenti in definitiva una vera e propria formalità. Basta infatti inviare una raccomandata andata/ritorno all’ente erogante in cui saranno indicate le parti del contratto che si intende ridiscutere.
Occorre a questo punto specificare con forza come un istituto di questo genere presupponga un accordo tra le parti, in quanto nessuno dei firmatari dell’accordo originale può procedere ad una ridefinizione unilaterale delle condizioni da esso previste.
A tal proposito va anche ricordato come in effetti l’ente erogante non sia solitamente molto orientato ad aderire ad una proposta di rinegoziazione del mutuo.
Un caso tipico in cui esso si trova a dover far buon viso a cattivo gioco è la sospensione del pagamento delle rate da parte del contraente. In una simile evenienza un nuovo accordo si può dire che rientri nell’ordine naturale delle cose. Esso può avere luogo anche tramite delle proroghe sui pagamenti, tali da permettere al mutuatario di rimettersi in pari coi pagamenti.
Meglio la rinegoziazione o la sostituzione?
Molto spesso si tende a confondere la rinegoziazione con la sostituzione del mutuo. Va quindi sottolineato come non si tratti assolutamente della stessa cosa: se nel caso della rinegoziazione non ci sono spese aggiuntive, la sostituzione del mutuo con uno nuovo stipulato presso un altro istituto bancario comporta una serie di costi legati proprio alla sua accensione, ad esempio le spese per l’istruttoria della pratica, la perizia, la cancellazione della vecchia ipoteca e il varo di quella nuova.
Inoltre, nel caso si intenda procedere a rottamare il mutuo e sostituirlo con uno nuovo anche la somma può essere nuovamente discussa e integrata, in base alle rinnovate esigenze.
C’è anche una possibilità aggiuntiva, quella prospettata dalla surroga, ovvero la sostituzione del vecchio mutuo con uno acceso per la somma rimanente con una seconda banca.
In questo caso, infatti, si possono spuntare condizioni migliori e non diventa necessario cancellare la vecchia ipoteca e approntarne una nuova, con il risparmio di costi che può conseguirne. In tal caso, però, non si può chiedere liquidità aggiuntiva. Secondo gli esperti proprio la surroga rappresenta attualmente la soluzione più conveniente, tanto da essere largamente praticata dai nostri connazionali.
Quali sono i vantaggi assicurati dalla rinegoziazione del mutuo?
Da quanto detto sinora, si può facilmente comprendere come rinegoziare il proprio mutuo presenti notevoli vantaggi nel caso si venga a presentare la necessità di proporla alla controparte. Grazie ad essa, infatti, si rende possibile ottenere nuove condizioni in grado di andare incontro non solo alle condizioni del mercato, ma anche a sopravvenute esigenze del mutuatario stesso. Tra i vantaggi principali, vanno comunque ricordati:
- la mancata estinzione del mutuo, la quale richiederebbe il pagamento di nuove spese, tra cui quella relativa all’attivazione del notaio;
- il mantenimento dei bonus fiscali che erano stati conseguiti alla stipula del primo contratto;
- la mancanza di spese aggiuntive o tasse tali da andare a gravare sul nuovo accordo.
Rinegoziazione mutuo: anticipazioni 2023
Considerato come la situazione dei mercati finanziari sia in costante evoluzione, il nostro consiglio è senz’altro di seguire con una certa attenzione gli eventi. In particolare, nel corso del 2023, la situazione potrebbe andare a modificarsi in maniera abbastanza pronunciata.
A provocare questo mutamento potrebbe essere in particolare la preventivata fine del Quantitative Easing, ovvero il sostegno della Banca Centrale Europea al debito pubblico dei Paesi dell’eurozona. In pratica si tratta di un programma di acquisto di titoli sovrani e di vendita del denaro alle banche, con il preciso compito di sostenere la cosiddetta economia reale (famiglie e imprese).
Proprio la presenza del Quantitative Easing ha permesso all’eurozona di godere di tassi di interesse estremamente bassi nel corso degli ultimi anni, una condizione che si è ripercossa con notevole forza proprio sui prodotti finanziari, a partire dai mutui.
Si consiglia quindi di monitorare con una certa attenzione quello che potrebbe succedere a dicembre, il mese in cui appunto il programma dovrebbe andare a scadenza. Secondo gli addetti ai lavori ne potrebbe conseguire una risalita dei tassi di interesse, tale da mettere a dura prova i contratti sottoscritti pensando magari che essi sarebbero rimasti a livelli molto bassi ancora per molti anni.
La nuova situazione potrebbe in particolare spingere molti mutuatari a riconsiderare il contratto sottoscritto con la banca, magari passando da un tasso variabile ad uno fisso o viceversa. Per evitare che una rinegoziazione di questo genere si traduca in un danno occorre perciò cercare di comprendere meglio i possibili sviluppi dell’economia nel corso dei prossimi anni.